LA RIABILITAZIONE PENALE

Uno degli istituti meno usufruiti è forse quello della cosiddetta riabilitazione, prevista agli articoli 178 e 179 del Codice Penale.
Come emerge dal primo degli articoli citati, la finalità è quella di ottenere un’ordinanza da parte del Tribunale di Sorveglianza competente, il cui effetto è quello di estinguere “le pene accessorie ed ogni altro effetto penale della condanna”.
Rimanendo sul versante penale, una delle conseguenze positive è che il reato per il quale è stata ottenuta la riabilitazione non può essere considerato ai fini della contestazione della cosiddetta recidiva.
Spostandosi su un piano molto più pratico, i vantaggi sono numerosi: l’ottenimento del porto d’armi (previa valutazione degli altri requisiti), ovvero una valutazione positiva per interrompere l’obbligo delle visite mediche presso la Commissione Medica Locale per il rinnovo della patente. Evidente l’utilità della riabilitazione, la quale, arrivando al punto, richiede delle precise condizioni per ottenerla, previste all’art. 179 del Codice Penale, il quale stabilisce che “è conceduta quando siano decorsi almeno tre anni dal giorni in cui la pena principale sia stata eseguita o sia in altro modo estinta, e il condannato abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta“.
Per quanto riguarda l’espiazione della pena, banalmente, è necessario avere scontato la carcerazione disposta dall’Autorità Giudiziaria a proprio, ovvero, nel caso di comminamento di una sanzione pecuniaria (multa o ammenda), il pagamento della stessa.
Non solo, anche il pagamento delle spese processuali (se stabilito dalla sentenza) è requisito da soddisfare; si ricorda a questo punto che sarebbe necessaria anche una verifica presso l’Agenzia delle Entrate poiché il mancato pagamento di tali spese potrebbe avere determinato la nascita di una cartella esattoriale.
In ultimo, è richiesta la cosiddetta buona condotta, la quale, come si vede sopra, non è espressamente indicata nella sua declinazione, motivo per il quale si possono suggerire alcune circostanze utili da portare all’attenzione del Tribunale di Sorveglianza, ad esempio la nascita ed il mantenimento di un nucleo familiare stabile, un lavoro lecito, certificazioni sportive, impegno nell’ambito del volontariato, donare il sangue e tanto altro.
Quindi, nel caso in cui si sia gravati di una sentenza penale, è sicuramente utile, vantaggioso ed anche giusto che chi voglia dare prova del proprio comportamento successivo alla pronuncia giudiziale, si rivolga ad un avvocato affinché possa ottenere un’ordinanza favorevole a riguardo.
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