Caduta su marciapiede dissestato e responsabilità del Comune

Nessun risarcimento a chi inciampa per disattenzione

Nonostante l’obbligo di manutenzione della strada, la presenza di una disconnessione su di un marciapiede non consente sempre la possibilità di chiedere il risarcimento.

Nell’ambito del diritto civile, una recente sentenza della Corte di Cassazione ha sollevato questioni importanti riguardanti la responsabilità degli enti locali per incidenti occorsi su marciapiedi in cattivo stato.

 Questo articolo esamina il caso di un cittadino che ha subito alcune lesioni a Sassari, a causa di un difetto di manutenzione del suolo pubblico. La Corte ha avuto modo di chiarire le correlazioni che sussistono tra la caduta sul marciapiede dissestato e la responsabilità del Comune, evidenziando come non sempre la pubblica amministrazione risponde dei danni subiti dal cittadino. Ma procediamo con ordine.

Dovere di manutenzione della strada e responsabilità

La pubblica amministrazione ha un dovere di mantenere in buon stato di manutenzione strade e marciapiedi, di segnalare eventuali insidie ed evitare situazioni di pericolo per gli utenti della strada.

La sua responsabilità per eventuali cadute si fonda sull’articolo 2051 del codice civile a norma del quale il proprietario di una cosa – nel nostro caso, la strada – da cui derivano danni a terzi è tenuto al risarcimento. Si tratta di una responsabilità oggettiva, che esiste per il solo rapporto che sussiste tra il proprietario o il custode della cosa e la cosa stessa, a prescindere quindi da elementi di colpa o di dolo.

 Il custode – ossia il Comune – si può difendere fornendo la prova che l’evento è stato determinato da caso fortuito, ossia da un fattore imprevedibile e inevitabile che da solo ha determinato il danno. Questo caso fortuito può essere costituito, anche solo su base percentuale di corresponsabilità nell’evento potendone però < in certi casi più evidenti > diventare anche l’unica causa, dall’imprudenza del danneggiato che, nonostante la facile visibilità della situazione di pericolo, non abbia fatto nulla per evitarla.

Paradossalmente, tanto più una strada è dissestata, tanto maggiore devono essere le misure di cautela che il pedone deve adottare, non potendo camminare con la testa tra le nuvole proprio laddove potrebbe farsi male.

Cosa dice la Cassazione sulla responsabilità dei Comuni per le cadute?

Nella sentenza n. 30394 del 2 novembre 2023, la Corte di Cassazione ha stabilito che un Comune non è automaticamente responsabile per una caduta causata dal cattivo stato di un marciapiede.

Il caso specifico riguardava un cittadino di Sassari che, cadendo su un marciapiede in condizioni precarie, aveva subito danni gravi.

I Giudici hanno sottolineato che, nonostante fosse sera e ci fosse la pioggia, l’illuminazione pubblica era sufficiente a garantire la visibilità dell’anomalia del marciapiede. Dalle fotografie acquisite, è emerso che l’assenza di mattonelle era chiaramente visibile e quindi avrebbe dovuto essere percepita da chiunque.

Quale principio ha guidato la decisione dei Giudici?

La decisione si è basata sul principio di autoresponsabilità. I Giudici hanno ritenuto che, data la facile percezione dell’anomalia – anche per una persona comune – e l’assenza di ostacoli specifici che la nascondessero, il cittadino avrebbe dovuto adottare una maggiore cautela. Di conseguenza, la caduta è stata considerata frutto dell’imprudenza e della distrazione del cittadino, piuttosto che della negligenza del Comune.

Qual è l’importanza di questa sentenza per la responsabilità comunale?

Questa sentenza sottolinea che la responsabilità di un ente locale per incidenti su marciapiedi non è automatica. Deve essere dimostrato che il Comune ha trascurato in modo significativo la manutenzione e la segnalazione delle anomalie. In assenza di tali elementi, e in presenza di una visibilità adeguata dell’anomalia, la responsabilità può essere attribuita all’utente della strada.

In che modo questa sentenza influenza i cittadini e i Comuni?

La sentenza implica che i cittadini debbano esercitare una ragionevole cautela quando si muovono in condizioni potenzialmente pericolose, come un marciapiede dissestato.